Approfondimenti: sistema muscolo-scheletrico
Sistema Muscolo Scheletrico
- Acido Ialuronico
- Peptidi Bioattivi di Collagene FORTIGEL®
- Peptidi Bioattivi di Collagene FORTIBONE®
- Peptidi Bioattivi di Collagene TENDOFORTE®
- Acido Alfa Lipoico e Acido Docosaesaenoico
- Menachinone 7 (vitamina K2)
L’acido ialuronico (HA) è un componente importante del liquido sinoviale e della cartilagine sana, con la funzione di proteggere la cartilagine articolare e le superfici dei tessuti molli del ginocchio, agendo come lubrificante e conferendo proprietà viscoelastiche all'articolazione grazie alla sua elevata viscosità. È un glicosaminoglicano ad alto peso molecolare che consiste in una sequenza ripetitiva di unità disaccaridiche di N-acetil glucosamina e acido glucuronico. L’HA è prodotto dai sinoviociti di tipo B e fibroblasti sinoviali e viene secreto nell'articolazione, garantendone la lubrificazione, il sostegno viscoelastico e l’ambiente condroprotettivo, favorendo la nutrizione dei condrociti e riducendo un’eventuale infiammazione. La concentrazione di HA nel liquido sinoviale di pazienti con artrosi al ginocchio è inferiore a quella del normale liquido sinoviale. Il trattamento con HA intraarticolare è stato proposto come mezzo per alleviare i sintomi, migliorare la funzione articolare e arrestare potenzialmente il deterioramento dell'articolazione.
Artrosi
L'artrosi (OA) è una malattia cronica delle articolazioni caratterizzata da una progressiva degradazione della cartilagine articolare e delle sue strutture associate (come ossa, capsule sinoviali e fibrose e muscolatura periarticolare), causando così dolore e disabilità. Esistono due forme distinte di OA: primaria (idiopatica) e secondaria. L'OA primaria non ha alcun innesco riconoscibile, ma può essere associata a fattori di invecchiamento e/o stile di vita (ad esempio, lavori che implicano attività ripetitive come inginocchiarsi o accovacciarsi o partecipare a sport come il calcio). L'OA secondaria può essere il risultato di varie condizioni patologiche, come lesioni articolari, infezione o disturbi del metabolismo o in fase di sviluppo. L'età avanzata e l'obesità sono i principali fattori di rischio che favoriscono lo sviluppo dell'OA e, con le attuali tendenze demografiche che dimostrano aumenti significativi di entrambi, la prevalenza di OA dovrebbe aumentare notevolmente nei prossimi anni. Sebbene siano disponibili diverse opzioni per il trattamento dei sintomi dell'OA - analgesici semplici, farmaci antinfiammatori non steroidei, iniezione intraarticolare di glucocorticoidi e preparati di acido ialuronico - non è stato dimostrato alcun intervento medico per arrestare la progressione della malattia o invertire il danno articolare nell'uomo.
I peptidi bioattivi di collagene sono una combinazione di aminoacidi con pesi molecolari da 3 a 10 kDa, in grado di stimolare la sintesi di collagene nella matrice extracellulare della cartilagine e di altri tessuti. In particolare, i peptidi bioattivi di collagene Fortigel® vengono assorbiti dall'intestino nella loro alta forma molecolare e si distribuiscono nella cartilagine ialina, dove si accumulano e stimolano il metabolismo dei condrociti, aumentando così la biosintesi di collagene di tipo II e proteoglicani a livello della matrice extracellulare. Uno studio condotto su soggetti con artrosi al ginocchio ha mostrato che l'indice dGEMRIC (una tecnica che rileva le variazioni nel contenuto di proteoglicani nella cartilagine del ginocchio) è aumentato nelle regioni tibiali mediali e laterali nei soggetti che hanno assunto Fortigel®, ma è diminuito nel gruppo placebo. È stato valutato anche l'effetto dei peptidi bioattivi di collagene sulla sintomatologia dolorosa da artrosi: i pazienti che assumevano Fortigel® hanno riportato benefici statisticamente significativi in termini di riduzione del dolore e miglioramento della funzionalità articolare. Inoltre, il 69% dei pazienti aveva presentato una riduzione nel consumo di analgesici superiore al 50%. I peptidi bioattivi di collagene sono stati classificati come nutraceutico sicuro dall’European Food Safety Authority e dalla Food and Drug Administration (FDA).
Rosa Canina
La polvere di Rosa canina standardizzata, prodotta da semi e gusci di frutta provenienti da una sottospecie di Rosa canina, ha la capacità di inibire l’attività dei leucociti che, in una condizione di artrosi, causano lesioni alle cellule. Il dolore è il principale sintomo dell'artrosi e, a causa della degenerazione della cartilagine, si verificano piccoli traumi intra-articolari che si riflettono in risposte biochimiche, alcune delle quali coinvolgono le citochine. Le citochine hanno effetti proinfiammatori che si manifestano come episodi di dolore, gonfiore articolare e arrossamento. La polvere di Rosa canina standardizzata è in grado di inibire la chemiotassi di polimorfonucleati che è una fase dell'azione proinfiammatoria di numerose citochine. In uno studio, 94 pazienti (età > 35 anni) con artrosi sintomatica al ginocchio e/o all’anca hanno ricevuto un trattamento a base di polvere di Rosa canina standardizzata o placebo. Dopo 3 settimane, il dolore è diminuito nel gruppo trattato con Rosa canina e, inoltre, è stata osservata una significativa riduzione nel consumo di farmaci, come il paracetamolo.
Cartilagine articolare e artrosi
La cartilagine articolare, nota anche come cartilagine ialina, è un tessuto resistente e flessibile con un coefficiente di attrito ridotto e una superficie liscia che lo rende ideale per la distribuzione del carico e per assorbire gli urti durante il movimento. È costituita da condrociti (cellule che rappresentano circa il 2-10% del volume della cartilagine articolare) e una matrice extracellulare, mantenuta dai condrociti stessi. La matrice cartilaginea è formata da due componenti: fluido tissutale e macromolecole strutturali (come collagene di tipo II e proteoglicani), che danno al tessuto forma e stabilità. Il 60-80% della matrice è acqua.
L'artrosi (OA) è una malattia cronica delle articolazioni caratterizzata da una progressiva degradazione della cartilagine articolare e delle sue strutture associate (come ossa, capsule sinoviali e fibrose e muscolatura periarticolare), causando così dolore e disabilità. Esistono due forme distinte di OA: primaria (idiopatica) e secondaria. L'OA primaria non ha alcun innesco riconoscibile, ma può essere associata a fattori di invecchiamento e/o stile di vita (ad esempio, lavori che implicano attività ripetitive come inginocchiarsi o accovacciarsi o partecipare a sport come il calcio). L'OA secondaria può essere il risultato di varie condizioni patologiche, come lesioni articolari, infezione o disturbi del metabolismo o in fase di sviluppo. L'età avanzata e l'obesità sono i principali fattori di rischio che favoriscono lo sviluppo dell'OA e, con le attuali tendenze demografiche che dimostrano aumenti significativi di entrambi, la prevalenza di OA dovrebbe aumentare notevolmente nei prossimi anni. Negli ultimi anni sono stati studiati vari tipi di integratori alimentari per il trattamento dei sintomi associati a pazienti con OA e dolori articolari.È stato dimostrato che i peptidi bioattivi di collagene, una combinazione di aminoacidi con pesi molecolari da 3 a 10 kDa, vengono assorbiti rapidamente dal tratto gastrointestinale e possono fungere da molecole di segnalazione, influendo positivamente sui processi anabolici. Infatti, diversi studi hanno dimostrato l'effetto stimolante dei peptidi bioattivi di collagene Fortibone® sulla biosintesi delle macromolecole della matrice extracellulare ossea.
In un recente studio, soggetti con fratture ossee degli arti superiori o inferiori o del coccige, che hanno assunto Fortibone®, hanno mostrato una guarigione migliore rispetto a coloro che hanno ricevuto placebo. Inoltre, sembra che il processo di consolidamento sia accelerato in seguito all’assunzione dei peptidi bioattivi di collagene.
Gli effetti positivi del trattamento con Fortibone® sono probabilmente attribuibili ad una stimolazione del metabolismo osseo, dovuto ad un impatto diretto sul turnover della matrice extracellulare.
I risultati ottenuti suggeriscono che i peptidi bioattivi di collagene Fortibone® possono essere utilizzati per migliorare il consolidamento delle fratture ossee e anche per ottenere una guarigione più rapida.
I peptidi bioattivi di collagene sono stati classificati come nutraceutico sicuro dall’European Food Safety Authority e dalla Food and Drug Administration (FDA).
Fratture Ossee
L'osso è un tessuto calcificato composto per il 60% da componente inorganico (idrossiapatite), per il 10% da acqua e per il 30% da componente organico (soprattutto collagene di tipo I e proteoglicani). Ha tre funzioni: fornire supporto meccanico alla locomozione, proteggere gli organi vitali e regolare l'omeostasi minerale. Lo svolgimento di queste funzioni a lungo termine è garantito da uno scheletro sano, che viene mantenuto tale tramite un costante rimodellamento osseo: l'osso vecchio viene rimosso dalle cellule che operano il riassorbimento (osteoclasti) e sostituito con osso nuovo dalle cellule specializzate nella sintesi di matrice ossea (osteoblasti).
Le ossa, per quanto solide e robuste, possono rompersi (fratturarsi) in risposta all’applicazione di una forza esterna che superi la loro capacità di resistenza. La frattura è la rottura parziale o completa di un osso. Una frattura può verificarsi a causa di un trauma diretto (ad esempio per una caduta) o indiretto (es. la frattura della gamba di uno sciatore o di un calciatore che entra in torsione per il piede bloccato dallo scarpone o dal terreno). A volte però le fratture compaiono in seguito a un traumatismo minimo: è quanto si verifica ad esempio in presenza di una grave forma di osteoporosi, una condizione caratterizzata da ridotta densità minerale e alterata architettura, risultando in un osso meno resistente e più prono alle fratture, che si verificano tipicamente a livello della colonna vertebrale e del femore.
Il consolidamento completo delle fratture ossee è una priorità chiave per chirurghi e pazienti, pertanto sono stati studiati nuovi approcci per migliorare il processo di guarigione. Le terapie orali con peptidi bioattivi di collagene rappresentano un approccio terapeutico relativamente nuovo.
Cambiamenti patofisiologici della matrice extracellulare di tendini e legamenti potrebbero causare una riduzione della mobilità e della capacità di assorbimento dell’energia, con il rischio di sviluppare malattie, come tendinopatie e rotture. I Peptidi Bioattivi di Collagene TENDOFORTE® hanno evidenziato un effetto stimolante sulla sintesi di matrice extracellulare, da parte dei fibroblasti presenti nei tendini e nei legamenti, e una riduzione dei processi di degradazione. È stato dimostrato che la somministrazione orale di TENDOFORTE® è in grado di alleviare il dolore articolare e tendineo e di migliorare la resistenza agli stress meccanici, riducendo il rischio di infortuni. Inoltre, i tempi di recupero risultano più brevi. In uno studio condotto su 20 soggetti che soffrivano di tendinopatia achillea cronica, è stato osservato che la somministrazione prolungata di TENDOFORTE®, in combinazione con un appropriato programma di riabilitazione, ha permesso un miglioramento della funzionalità e una riduzione dei sintomi legati a tendinopatie di lunga data.
Dall’analisi della letteratura internazionale è emerso che l’apporto di altri microelementi sia fondamentale per prevenire, mitigare, trattare i danni di tendini e legamenti:
- Metilsulfonilmetano (MSM): ad azione analgesica, antinfiammatoria e antiossidante.
- Glucosamina e condroitinsolfato: aumentano la sintesi di collagene, migliorando così le proprietà meccaniche, l’organizzazione del collagene in fasci e la resistenza all'affaticamento.
- Vitamina C: stimola la sintesi di idrossiprolina di procollagene, oltre a presentare un effetto antinfiammatorio e antiossidante.
- Biotina: contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso, oltre che al normale metabolismo dei macronutrienti (glucidi, lipidi e protidi).
Tendini e legamenti sono composti da una matrice extracellulare di collagene, proteoglicani e fibre elastiche. I legamenti collegano due ossa tra loro, mentre i tendini trasferiscono i carichi di trazione dai muscoli alle ossa in modo da permettere il movimento e la stabilità articolare. Sono strutture facilmente vulnerabili agli insulti traumatici o microtraumatici, in particolare quando l’organismo è carente dei microelementi nutrizionali essenziali per il buon funzionamento e la conservazione del tendine stesso, come nel caso di sovraccarico funzionale negli sportivi che comporta, insieme ad una forte sollecitazione delle articolazioni e dei tendini, anche il rapido esaurirsi dei micronutrienti necessari al benessere del tendine stesso, con conseguente aumento della probabilità di evocare una tendinopatia. Le tendinopatie rappresentano un caso clinico comune, caratterizzato da dolore e limitata funzionalità, che colpisce sia gli atleti (professionisti e non), che le persone coinvolte in lavori ripetitivi, come anche soggetti anziani.
Tra tutti i nutrienti con proprietà antiossidanti, l'acido α-lipoico (ALA) sembra essere il più forte per la sua capacità unica di comportarsi da antiossidante sia nelle fasi lipidiche che acquose della cellula. Le fonti alimentari includono carne rossa, carni di organi, spinaci, broccoli, patate, carote, barbabietole e lievito.
Generalmente, la neuropatia viene indotta dall’infiammazione associata allo stress ossidativo; L'ALA è ben noto per le sue proprietà antiossidanti nell’infiammazione indotta da citochine. Inoltre, l'ALA può rigenerare antiossidanti endogeni, come vitamina E, vitamina C e glutatione, e prevenire danni ossidativi. L'ALA endogeno è anche un coenzima coinvolto nel metabolismo dei carboidrati e nel ciclo dell'acido citrico mitocondriale, responsabile della produzione di adenosina trifosfato.
Acido Docosaesaenoico
L'acido docosaesaenoico (DHA) è un acido grasso omega-3, appartenente alla categoria di acidi grassi polinsaturi. Molte condizioni croniche sono associate all'assunzione eccessiva di acidi grassi saturi nella dieta (tra cui obesità, insulino-resistenza, malattia coronarica e alcune forme di cancro). La valutazione clinica dell’integrazione alimentare con acidi grassi polinsaturi omega-3, ivi compreso DHA, ha dimostrato il loro effetto benefico in diverse condizioni patologiche, inclusa la neuropatia periferica, in cui l'infiammazione sia considerata una componente chiave della patogenesi. Il DHA ha un effetto positivo sulla fluidità e permeabilità di membrana, sul trasporto di nutrienti dentro e fuori la cellula, sulle attività enzimatiche e sulla comunicazione cellula-cellula. Studi recenti hanno dimostrato che, nel processo di infiammazione, vengono prodotti mediatori, derivati da acidi grassi polinsaturi omega-3, incluso il DHA, con potenti proprietà antinfiammatorie (resolvine).
Associazione DHA + ALA
Diversi risultati ottenuti con una formulazione a base di DHA e ALA hanno dimostrato l’efficacia di questa combinazione, infatti, anche se i composti possiedono strutture chimiche e meccanismi di azione diversi, agendo insieme, interagiscono a livello cellulare per generare una risposta terapeuticamente significativa quasi immediata. La somministrazione orale di ALA in combinazione con DHA ha prodotto un effetto maggiore rispetto alla somministrazione individuale di ALA oppure di DHA da soli, indicando un'interazione sinergica nel contrastare l’infiammazione.
Neuropatie periferiche
I nervi periferici sono esposti alla stessa tipologia di problemi dei tessuti, come infiammazione, tossicità ed edema, che comportano l’eventuale sviluppo di neuropatie. Tuttavia, ci sono alcune differenze dovute alla loro struttura unica. Le fibre nervose esistono come unità di motoneuroni con assoni lunghi che innervano le fibre muscolari. Sono tenuti insieme dalla guaina perineurale, un involucro di tessuto connettivo. Le singole fibre nervose contengono l'assone insieme alle cellule di Schwann e il rivestimento protettivo di guaina mielinica. La regolazione del microambiente nervoso è realizzata da tre barriere: la barriera perineurale, la barriera del sangue e dei nervi e la barriera del fluido nervo-cerebrospinale. Quando queste barriere vengono penetrate, le cellule infiammatorie possono infiltrarsi, causando neuropatie accompagnate da infiammazione, dolore e atrofia. Al momento, non esiste un singolo trattamento soddisfacente per la maggior parte delle neuropatie e molte di queste non presentano una causa nota. Vengono utilizzati numerosi medicinali, ma tutti hanno effetti collaterali, senza effettivamente correggere il danno del nervo da cui origina il dolore. I nutrienti spesso offrono una buona alternativa per le persone che vogliono evitare gli effetti collaterali associati all’utilizzo dei medicinali.
Menachinone 7
Il Menachinone 7 appartiene alla famiglia della vitamina K2. Le principali fonti di vitamina K2 sono latticini, come il formaggio, e il tradizionale natto giapponese (semi di soia fermentati).
Le vitamine K sono necessarie per l'attivazione del glutammato presente nei residui di γ-carbossiglutammato (Gla) delle cosiddette proteine-Gla, tra cui l'osteocalcina sintetizzata nell'osso. Infatti, la forma attiva dell’osteocalcina (cOC) è in grado di attirare gli ioni calcio e incorporarli nei cristalli di idrossiapatite che formano la matrice ossea. A livello sistemico, le concentrazioni di cOC plasmatico e la sua forma inattiva (ucOC) riflettono lo stato funzionale di questa proteina nella matrice ossea e hanno dimostrato di essere un indice affidabile rappresentativo della salute delle ossa: alti livelli di ucOC sono stati trovati nelle donne in post-menopausa con elevata riduzione di massa ossea, osteoporosi e aumentato rischio di fratture.
Il Menachinone 7 (MK-7) svolge diverse funzioni grazie alla sua capacità di attivare determinate proteine-Gla. L'assunzione di MK-7 ha migliorato significativamente lo stato della vitamina K e ha diminuito la riduzione della densità minerale ossea (DMO) dovuta all'età, a livello della colonna lombare e del collo femore.
Il miglioramento dello stato della vitamina K, misurato come una maggiore attivazione di osteocalcina, si raggiunge facilmente grazie all'integrazione alimentare a base di vitamina K. Le autorità europee per la sicurezza alimentare (EFSA) hanno accettato il claim sul ruolo della vitamina K nel mantenimento di ossa normali. Quindi, le donne in post-menopausa possono trarre beneficio dall'assunzione di integratori a base di MK-7 per prevenire la perdita di massa ossea dovuta all'età.
Osteoporosi
L'osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una riduzione della massa ossea e dal deterioramento dell’architettura dell'osso, che diventa così più fragile e maggiormente esposto alle fratture. Studi recenti hanno dimostrato che le donne in post-menopausa possono risentire di una maggiore riduzione ossea, con la possibilità di sviluppare una condizione di osteoporosi e, di conseguenza, aumentando il rischio di frattura: quelle più colpite sono la colonna vertebrale, anca e polso. In particolare, le conseguenze più gravi sono associate alla frattura osteoporotica dell’anca, a cui sono soggetti soprattutto gli anziani. Attualmente sta suscitando un notevole interesse la valutazione dell’approccio nutrizionale per la prevenzione dell'osteoporosi, in particolare per quanto riguarda la correlazione recentemente trovata tra il grado di avanzamento dell’osteoporosi e le abitudini alimentari. La carenza di vitamina K a lungo termine è stata riconosciuta come uno dei fattori di rischio per lo sviluppo di malattie legate all'età, tra cui l'osteoporosi e le malattie cardiovascolari.